26.11.11


Una volta ti dissi:
non arrabbiarti, amore,
s’io son diversa.
Forse sono una colonna di fumo,
ma la legna che sotto di me arde
è legna dorata dei boschi,
e tu non hai voluto ascoltarmi.
Guardavi la mia pelle candida
con l’incredulità di un sacerdote,
e volevi affondarvi il coltello
e così la tua vittima è morta
sotto il peso della tua stoltezza,
o malaccorto amore.Prendevo in giro l’ebrietà della forma
e sapevo che ero di lutto,
eppure il lutto mi doleva dentro
con la dolcezza di uno sparviero.
Quante volte fui scoperta e mangiata,
quante volte servii di pasto agli empi;
e anche tu adesso sei empio,
o mio corollario di amore.
Dov’è la tua religione
per la mia povera croce?Alda Merini

Alda Merini



Finché non prenderai coscienza l'inconscio governerà la tua vita.
E tu lo chiamerai destino.

Carl Gustav Jung

16.11.11



tanto che alle volte mi prende l’incertezza se io sono veramente la somma dei caratteri dominanti del passato, il risultato d’una serie di operazioni che davano sempre un numero maggiore di zero, o se invece la mia vera essenza non è piuttosto quella che discende dalla successione dei caratteri sconfitti, il totale dei termini col segno meno, di tutto ciò che nell’albero delle derivazioni è rimasto escluso soffocato interrotto: il peso di quello che non è stato m’incombe addosso non meno schiacciante di ciò che è stato e non poteva non essere.
Italo Calvino

13.11.11

Al mio cuore di domenica.



Ti ringrazio, cuore mio:
non ciondoli, ti dai da fare
senza lusinghe, senza premio,
per innata diligenza.

Hai settanta meriti al minuto.
Ogni tua sistole
è come spingere una barca
in mare aperto
per un viaggio intorno al mondo.

Ti ringrazio, cuore mio:
volta per volta
mi estrai dal tutto,
separata anche nel sonno.

Badi che sognando non trapassi in quel volo,
quel volo
per cui non occorrono le ali.

Ti ringrazio, cuore mio:
mi sono svegliata di nuovo
e benché sia domenica,
giorno di riposo,
sotto le costole
continua il solito viavai prefestivo.

Wislawa Szymborska
art//Frida Kahlo, Le due Frida, 1939