30.10.09




Perché reggono l'intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato.
E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Puškin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l'appoggio.
Perché, come le capre, amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.

Erri de luca

29.10.09




C’è bellezza ovunque, ma non tutti riescono a vederla.

Confucio



25.10.09



L'azione del fotografare è un confronto con i rischi della vita, l'investimento totale di se stessi di fronte all'effimero, con l'esaltazione che ne può risultare. Ci sarà sempre una gioia nel fotografare: è la gioia dello sguardo, di cogliere la frazione di secondo, è il tiro intuitivo. Uno scatto ha senso solo fintanto che la vita è vissuta in tutta la sua intensità e in tutte le sue dimensioni. Preferisco guardare la realtà che le mie fotografie. Quello che m'interessa è vivere, l'azione! Si crede in certe cose, e poi si adatta ciò in cui si crede quando la realtà non collima più con quanto si desidera. L'arte è sempre sospetta di voler abbellire la vita la fotografia invece, mettendo la coscienza in costante sintonia con l'esistenza, permette di superare la dicotomia tra azione e contemplazione, per quanto mi riguarda, fotografare è un mezzo per comprendere, inseparabile dagli altri mezzi di espressione visiva. Equivale a urlare, liberarsi, non è un modo per provare o affermare la propria originalità, è un modo di vivere.
Henri Cartier-Bresson

22.10.09




A ridere c’è il rischio di apparire sciocchi
A piangere c’è il rischio di essere chiamati sentimentali
A stabilire un contatto con un altro c’è il rischio di farsi coinvolgere
A mostrare i propri sentimenti c’è il rischio di mostrare il vostro vero io
A esporre le vostre idee e i vostri sogni c’è il rischio d’essere chiamati ingenui
Ad amare c’è il rischio di non essere corrisposti
A vivere c’è il rischio di morire
A sperare c’è il rischio della disperazione e
A tentare c’è il rischio del fallimento.
Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla.
La persona che non rischia nulla, non è nulla e non diviene nulla.
Può evitare la sofferenza e l’angoscia, ma non può imparare a sentire e cambiare e progredire e amare e vivere.
Incatenata alle sue certezze, è schiava.
Ha rinunciato alla libertà.
Solo la persona che rischia è veramente libera.
da Vivere Amare Capirsi, Leo Buscaglia

21.10.09




Tutte le lettere d'amore sono ridicole. Non sarebbero lettere d'amore se non fossero ridicole.
[...]
Ma dopotutto, solo coloro che non hanno mai scritto lettere d'amore sono ridicoli.
Fernando Pessoa

17.10.09




Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e le scrive.
Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare.
E a chi, se non a lei?
Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatole di mogano piena di lettere e dirle - Ti aspettavo.
Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni - i giorni, gli istanti - che quell'uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato.
O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell'uomo - Tu sei matto.
E per sempre lo amerà.

da Oceano mare, Alessandro Baricco

16.10.09





Se c’è rimedio perché te la prendi?
E se non c’è rimedio perché te la prendi?

Confucio

15.10.09





La prima volta mi sono innamorato
dello splendore dei tuoi occhi
del tuo riso
della tua gioia di vivere

Adesso amo anche il tuo pianto
e la tua paura di vivere
e il timore di non farcela
nei tuoi occhi

Ma contro la paura
ti aiuterò
perchè la mia gioia di vivere
è ancora lo splendore dei tuoi occhi
Erich Fried

13.10.09

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Mi tactica es mirarte
aprender como sos
quererte como sos
mi tactica es hablarte
construir con palabras
un puente indestructible
mi tactica es quedarme en tu recuerdo
no sé còmo ni sé
con qué pretexto
pero quedarme en vos
mi tactica es ser franco
y saber que vos sos franca
y que no nos vendamos simulacros
para que entre los dos
no hayan telòn
ni abismos
mi estrategia es
en cambio
mucho mas simple
y mas sencilla
mi estrategia es
que un dìa cualquiera
no sé con que pretexto
por fin me necesites.

La mia tattica è
guardarti
imparare come sei
amarti come sei
la mia tattica è
parlarti
e ascoltarti
costruire con parole
un ponte indistruttibile
la mia tattica è rimanere nel tuo ricordo
non so come
né con quale pretesto
ma rimanere in te
la mia tattica è
essere sincero
e sapere che tu sei sincera
e che non ci vendiamo illusioni
affinché tra noi due
non ci siano ostacoli
né abissi
la mia strategia è
invece
più profonda
e più semplice
la mia strategia è
che un giorno qualsiasi
non so come
né con che pretesto
finalmente tu abbia bisogno di me.

Mario Benedetti

10.10.09




Elegir una puerta es dejar puertas sin abrir. Un placer presupone que muchos placeres no serán vividos, así como cada tristeza dispensa de tantas tristezas. El amante que llevas a la cama es sólo uno entre todos los posibles. La palabra escogida impide el uso de un número indefinido de palabras. Visitas una ciudad para que otras ciudades queden esperando por ti. El día que amanece para tu muerte es un día cualquiera, una casualidad.

Scegliere una porta significa non aprirne altre. Un piacere presuppone che molti piaceri non verranno vissuti, così come ogni tristezza dispensa da tante tristezze. L'amante che porti a letto è uno tra tutti quelli possibili. La parola per cui opti impedisce l'uso di un numero indefinito di parole. Visiti un luogo perchè altri luoghi restino ad aspettarti. Solo il giorno che sorge per la tua morte è un giorno qualsiasi, una casualità.

Abilio Estevez

9.10.09




E' finita la notte.
Spegni la lampada fumante nell'angolo della stanza.
Sul cielo d'oriente è fiorita la luce dell'universo: è un giorno lieto.
Sono destinati a conoscersi tutti coloro che cammineranno per strade simili.
Rabindranath Tagore
photo/mbeo

8.10.09




Colui che non sa niente, non ama niente.
Colui che non fa niente, non capisce niente.
Colui che non capisce niente è spregevole.
Ma colui che capisce, ama, vede, osserva...
La maggiore conoscenza è congiunta indissolubilmente all'amore...
Chiunque creda che tutti i frutti maturino contemporaneamente come le fragole,
non sa nulla dell'uva.

Paracelso

7.10.09




Cosa hai sentito finora del mondo attraverso l'acqua e la pelle tesa della pancia di mamma? Cosa ti hanno detto le tue orecchie imperfette delle nostre paure? Riusciremo a volerti senza pretendere, a guardarti senza riempire il tuo spazio di parole, inviti, divieti? Riusciremo ad accorgerci di te anche dai tuoi silenzi, a rispettare la tua crescita senza gravarla di sensi di colpa e di affanni? Riusciremo a stringerti senza che il nostro contatto sia richiesta spasmodica o ricatto d'affetto? Vorrei che i tuoi Natali non fossero colmi di doni -segnali a volte sfacciati delle nostre assenze- ma di attenzioni. Vorrei che gli adulti che incontrerai fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti: qualità dei più saggi. La coerenza, mi piacerebbe per te. E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono oltre alle regole le relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre, ma facce di una stessa luna presente. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore. Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perché il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione. La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri nella convinzione che se ne possano giovare: così nasce il ricordo, la memoria più bella che è storia della nostra stessa identità. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire vuoti, né pietire uno sguardo o un'ora d'amore. Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia. Adora la tua inquietudine finché avrai forze e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, soprattutto i più pavidi e vulnerabili. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio con curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva. Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell'orizzonte. E tu allora porterai quell'amore sempre con te, nascosto nella tua tasca più intima.

da Non siamo capaci di acoltarli, Paolo Crepet

6.10.09




there is another sky,
ever serene and fair,
and there is another sunshine,
tho' it be darkness there -
never mind faded forests, Austin,
never mind silent fields -
here is a little forest
whose leaf is ever green -
here is a brighter garden -
where not a frost has been,
in it's unfading flowers
I hear the bright bee hum,
prithee, my Brother,
into my garden come!

c'è un altro cielo,
sempre sereno e bello,
e c'è un'altra luce del sole,
sebbene sia buio là -
non badare alle foreste disseccate, Austin,
non badare ai campi silenziosi -
qui è la piccola foresta
la cui foglia è sempre verde -
qui è un giardino più luminoso
-dove il gelo non è mai stato,
tra i suoi fiori mai appassiti
odo la luminosa ape ronzare,
ti prego, Fratello mio,
vieni nel mio giardino!

Emily Dickinson
photo/José María Pérez Nuñez

5.10.09




In ogni cosa ho voglia di arrivare
sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,
nel tumulto del cuore.
Sino all'essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici,
sino al midollo.
Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare,
effettuare scoperte.
(...)
Boris Pasternak

3.10.09




Cosa ci faccio in questo mondo? Pensò Ka. Come sembrano miseri i fiocchi di neve da lontano, come è misera la mia vita. L'uomo vive, si consuma e sparisce. Da una parte pensò di sparire, dall'altra di esistere. Amava se stesso, seguiva con affetto e tristezza la via che aveva preso la sua vita, come un fiocco di neve. Si ricordò che suo padre profumava di dopobarba. Si ricordò dei piedi freddi dentro le pantofole di sua madre, che preparava la colazione in cucina mentre lui sentiva quel profumo, di una spazzola per capelli, della dolcezza dello sciroppo per la tosse rosa che gli davano quando si svegliava di notte starnutendo forte, del misurino al collo della bottiglietta, di tutte quelle piccole cose che costituiscono la vita, della comunanza di tutte le cose, del fiocco di neve."
Neve
, Orhan Pamuk
photo/Kristybee

2.10.09




Los que trabajan tienen miedo de perder el trabajo.
Los que no trabajan tienen miedo de no encontrar nunca trabajo.
Quien no tiene miedo al hambre tiene miedo a la comida.
Los automovilistas tienen miedo de caminar y los peatones tienen miedo de ser atropellados.
La democracia tiene miedo de recordar y el lenguaje tiene miedo de decir.
Los civiles tienen miedo a los militares, los militares tienen miedo a la falta de armas, las armas tienen miedo a la falta de guerras. Es el tiempo del miedo.
Miedo la mujer a la violencia del hombre y miedo del hombre a la mujer sin miedo.
Miedo a los ladrones, miedo a la policía.
Miedo a la puerta sin cerradura, al tiempo sin relojes, al niño sin televisión, miedo a la noche sin pastillas para dormir y miedo al día sin pastillas para despertar.
Miedo a la multitud, miedo a la soledad, miedo a lo que fue y a lo que puede ser, miedo de morir, miedo de vivir.

Those who have a job are afraid to lose their job.
Those who don’t have a job are afraid to never find a job.
Those who aren’t afraid of hunger are afraid of food.
Car drivers are afraid to walk and pedestrians are afraid to be run over by cars.
Democracy is afraid to remember and language is afraid to say.
Civilians are afraid of the military, the military are afraid of the lack of weapons, weapons are afraid of the lack of wars.
This is the time of fear.
Women are afraid of men’s violence, men are afraid of fearless women.
Fear of robbers, fears of the police.
Fear of unlocked doors, of clockless time, of children without the TV, fear of the night without pills for sleeping and fear of the morning without pills for waking up.
Fear of multitude, fear of loneliness, fear of the past, fear of the future, fear of death, fear of life.

Quelli che lavorano hanno paura di perdere il lavoro.
Quelli che non lavorano hanno paura di non trovare mai un lavoro.
Chi non ha paura della fame ha paura del cibo.
Gli automobilisti hanno paura di andare a piedi, e i pedoni hanno paura di essere investiti.
La democrazia ha paura di ricordare e il linguaggio ha paura di dire.
I civili hanno paura dei militari, i militari hanno paura della mancanza di armi, le armi hanno paura della mancanza di guerre.
È il tempo della paura.
Paura la donna della violenza dell’uomo, paura l’uomo della donna senza paura.
Paura dei ladri, paura della polizia.
Paura della porta senza serratura, del tempo senza orologi, del bambino senza televisione, paura della notte senza pillole per dormire e paura del giorno senza pillole per svegliarsi.
Paura della moltitudine, paura della solitudine, paura di quel che è stato e di quel che potrà essere, paura di morire, paura di vivere.

edoardo galeano
traduzioni in italiano e inglese di Riccardo Venturi
photo/larry nicosia

1.10.09




Los pobres, los verdaderos pobres, son todos aquellos que no tienen tiempo para perder tiempo. Los verdaderos pobres, son aquellos que no tienen silencio y no pueden comprarlo.
Son aquellos que tienen piernas pero se han olvidado de caminar, como las alas de las gallinas han olvidado volar. Son aquellos que comen basura y la pagan como si fuera comida. Son aquellos que tienen el derecho de respirar mierda como si fuera aire. Son aquellos que tienen sólo la libertad de elegir entre un canal de televisión y otro. Son aquellos que viven dramas pasionales con las máquinas. Son aquellos que estando entre muchos, están siempre solos.
Los pobres, los verdaderos pobres, son aquellos que no saben que son pobres
I poveri, quelli veri, sono coloro che non hanno tempo per perdere tempo.
I poveri, quelli veri, sono coloro che non hanno silenzio, né possono comprarlo.
I poveri, quelli veri, sono coloro che hanno gambe che si sono dimenticate di camminare, come le ali delle galline si sono dimenticate di volare.
I poveri, quelli veri, sono coloro che mangiano spazzatura e la pagano come se fosse cibo.
I poveri, quelli veri, sono coloro che hanno il diritto di respirare la merda, come se fosse aria, senza pagare niente in cambio. I poveri, quelli veri, sono coloro che hanno solo la libertà di scegliere fra un canale televisivo e l’altro.
I poveri, quelli veri, sono coloro che vivono drammi passionali con le macchine.
I poveri, quelli veri, sono coloro che sono sempre in tanti e sono sempre da soli.
I poveri quelli veri, sono coloro che non sanno di essere poveri.

Eduardo Galeano
photo/slight clutter